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Uno studio del 2023 ha dimostrato che la conservazione delle staminali cordonali è possibile per ben 27 anni. Si prolunga quindi il periodo di crioconservazione di ulteriori 4 anni (sino ad ora, infatti, la ricerca aveva confermato il mantenimento della vitalità cellulare dopo 23.5 anni dal congelamento).
Bioscience, basandosi sulle evidenze scientifiche, ha sempre proposto un contratto di crioconservazione del sangue cordonale di 20 anni con la possibilità, al suo scadere, di rinnovare la crioconservazione di anno in anno. Oggi, tutti i genitori che si sono rivolti a Bioscience, sanno che la decisione di rinnovare la crioconservazione delle staminali cordonali del loro bambino oltre i 20 anni è avvalorata da questi studi.

Le origini: il primo trapianto di sangue cordonale

Il primo trapianto di sangue cordonale eseguito con successo risale al 6 ottobre 1988 e salvò la vita di Matthew Farrow che, all’epoca, aveva appena 5 anni. Il trapianto fu eseguito a Parigi dalla Dr.sa Eliane Gluckman: il piccolo Matthew, malato di anemia di Fanconi, ricevette le staminali cordonali della sorellina Alison prelevate alla nascita e subito congelate.
Per l’epoca, l’uso delle staminali cordonali invece di quelle midollari era assolutamente sperimentale. Tra i primi a credere nelle potenzialità delle staminali cordonali vi fu il Dr. Hal Broxmeyer (1944-2021): egli non solo vi dedicò gran parte dei suoi studi ma rese letteralmente possibile il trapianto; trasportò personalmente il campione dagli USA fino a Parigi acquistando addirittura un posto sul volo Pan Am per il Dry Shipper (o “Big Boy” come lo chiamò) che conteneva il sangue cordonale.
Oggi Matthew ha 40 anni e ha un figlio.

Conservazione a lungo termine delle staminali cordonali

Da quel lontano 1988, sono stati effettuati con successo oltre 40000 trapianti con staminali cordonali, il sangue cordonale non è più considerato un “rifiuto speciale” ma un prezioso “salvavita”; gli studi sulla conservazione delle staminali e sulle loro applicazioni si sono susseguiti evidenziando che esse possono essere utilizzate con successo anche dopo anni dal loro congelamento.
È del 2011 la pubblicazione di un articolo relativo ad un trapianto autologo, avvenuto con successo, con cellule conservate 21 anni prima.
Lo stesso Dr. Broxmeyer dimostrò che le staminali cordonali rimangono vitali dopo 23,5 anni dalla loro crioconservazione. Il suo team, anche dopo la sua morte avvenuta nel 2021, ha continuato gli studi seguendo le sue orme. Oggi, grazie a loro, sappiamo che le cellule staminali cordonali possono essere conservate per ben 27 anni.
La ricerca dimostra dunque che quando le staminali cordonali sono adeguatamente crioconservate, mantengono le loro caratteristiche e possono essere trapiantate con successo.

Il sangue cordonale: dono alla nascita e preziosa opportunità per il futuro

L’utilità delle cellule staminali cordonali risiede nella loro capacità di rimpiazzare tutti i componenti del sistema immunitario e del sangue che possono essere danneggiati, tanto che possono essere impiegate nella cura di leucemie, linfomi, aplasie midollari, talassemie e alcune gravi carenze del sistema immunitario. Inoltre, i continui progressi nel campo della ricerca medica dimostrano la loro utilità per la cura di molte tra le più gravi e diffuse patologie (rigenerazione del miocardio in caso di infarto, cura di malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer, cura di malattie degenerative del fegato, del rene, della retina, della cornea, dell’apparato uditivo, diabete e molte altre).
Alla luce delle loro potenzialità in ambito clinico e delle recenti scoperte riguardo la durata della loro crioconservazione è evidente che le staminali cordonali rappresentano, a tutti gli effetti, una reale opportunità terapeutica per il futuro.  
Anche se ancora oggi, nel 95% dei casi, il cordone ombelicale viene destinato allo smaltimento con gli scarti ospedalieri, si stima che siano più di 5 milioni i campioni conservati in banche private. Ciò dimostra che sempre più famiglie si informano sulle potenzialità del sangue cordonale e sulle proprietà delle cellule in esso contenute.

Fonti bibliografiche

  • Broxmeyer et al., 2023, Cell Reports Medicine 4, 101259 November 21, 2023 ª 2023 The Author(s). https://doi.org/10.1016/j.xcrm.2023.101259
  • Gluckman, E., Broxmeyer, H.A., Auerbach, A.D., Friedman, H.S., Douglas, G.W., Devergie, A., Esperou, H., Thierry, D., Socie, G., and Lehn, P. (1989). Hematopoietic reconstitution in a patient with Fanconi’s anemia by means of umbilical-cord blood from an HLA-identical sibling. N. Engl. J. Med. 321, 1174–1178. https://doi.org/10.1056/NEJM198910263211707
  • Broxmeyer, H.E., Lee, M.-R., Hangoc, G., Cooper, S., Prasain, N., Kim, Y.- J., Mallett, C., Ye, Z., Witting, S., Cornetta, K., et al. (2011). Hematopoietic stem/progenitor cells, generation of induced pluripotent stem cells, and isolation of endothelial progenitors from 21- to 23.5-year cryopreserved cord blood. Blood 117, 4773–4777. https://doi.org/10.1182/blood-2011- 01-330514
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