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L’uso autologo delle cellule staminali espanse da tessuto adiposo (Adipose-Derived Stem Cell, ADSC) potrebbe aiutare a far fronte a un comune effetto avverso degli interventi chirurgici ai turbinati, la cosiddetta “sindrome del naso vuoto”. I dati scientifici attualmente a disposizione suggeriscono che la loro efficacia sia superiore rispetto a quella della frazione stromale vascolare (Stromal Vascular Fraction, SVF), confermando la superiorità delle ADSC rispetto a questa miscela di cellule ottenibile dal tessuto adiposo.

Le cause e i sintomi della sindrome del naso vuoto

La sindrome del naso vuoto è un comune effetto collaterale degli interventi ai turbinati, le ossa lunghe e sottili associate alle pareti interne del naso. Lo strato di tessuto che ricopre queste strutture può gonfiarsi a causa di allergie o altri problemi al naso, ostacolando il corretto flusso dell’aria. Il problema può essere risolto con un intervento chirurgico che migliora la respirazione, ma che allo stesso tempo può modificare significativamente le caratteristiche dell’aria inspirata (per esempio la sua temperatura) e il suo flusso nel naso. Anche i meccanismi di difesa innati del naso possono uscirne compromessi, e le terminazioni nervose possono essere danneggiate.

In genere i turbinati oppongono una resistenza fisica all’aria inspirata, regolando così il suo flusso nella cavità nasale. Inoltre la mucosa che li ricopre contiene ghiandole e recettori che riscaldano, umidificano e puliscono l’aria, mentre i suoi strati epiteliale e sottoepiteliale giocano un importante ruolo nell’immunità innata.

Per questo in seguito a un intervento chirurgico ai turbinati è facile ritrovarsi alle prese con fastidiosi sintomi dovuti all’alterazione del flusso dell’aria (associata a una riduzione della resistenza al flusso stesso), alla riduzione della mucosa e dell’umidificazione, all’aumento del riscaldamento, al danno ai nervi e alla perdita di recettori sensoriali, tattili e termici. Questi sintomi, che spesso compaiono diversi mesi o addirittura anni dopo l’intervento, includono dolore associato alla respirazione, incapacità di percepire l’aria inspirata e una paradossale ostruzione nasale. I problemi si presentano nel 20% dei pazienti che hanno subito un intervento ai turbinati inferiori, che di conseguenza lamentano una riduzione della qualità della vita.

Sfortunatamente, la gravità dei sintomi non è sempre in linea con i risultati della visita clinica; questo può generare delle incomprensioni fra pazienti e medici. Per di più, le conoscenze su questa sindrome e sul miglior modo per gestirla sono limitate.

I trattamenti per la sindrome del naso vuoto

Ad oggi sono stati tentati diversi trattamenti per la sindrome del naso vuoto. L’uso di idrossiapatite, cartilagine autologa, Medpor, Gore-Tex, filler di acido ialuronico e derma acellulare può aiutare a ricostruire i turbinati, a supportare la mucosa nasale e a migliorare la resistenza al flusso d’aria e la ventilazione. Purtroppo, però, molti pazienti non rispondono alle terapie attualmente disponibili e anche in caso di miglioramenti la risposta è solo parziale.

Le cellule staminali possono aiutare a rigenerare il tessuto asportato e a ripristinare il suo funzionamento. In particolare, il trapianto di ADSC espanse abbinate a grasso migliora significativamente lo stato della cavità nasale e la funzionalità della mucosa, riducendo significativamente l’infiammazione associata alla sindrome del naso vuoto.

Le cellule staminali nel trattamento della sindrome del naso vuoto

Il tessuto adiposo è una fonte facilmente disponibile di cellule staminali. Può essere prelevato in laboratorio e ne sono necessari piccoli volumi; infatti le cellule staminali presenti al suo interno possono essere estratte e moltiplicate (espanse) in laboratorio per ottenerne le quantità necessarie per i trattamenti. Alcuni approcci utilizzano la SVF, una miscela di cellule ottenute dal grasso aspirato. Tuttavia, la presenza di elementi come i macrofagi limita l’efficacia del trapianto di SVF. Per questo, per esempio, il suo uso è spesso associato al riassorbimento del grasso iniettato.

In effetti, l’iniezione della SVF non migliora significativamente né i sintomi della sindrome del naso vuoto né la soddisfazione dei pazienti. Al contrario, il trapianto di grasso arricchito con ADSC migliora l’umidificazione della mucosa nasale, riduce la tensione della mucosa e il dolore associato alla respirazione e migliora la qualità del sonno. In alcuni casi, anche la secchezza della cavità nasale risulta migliorata dal trattamento; l’unico problema che sembra permanere è la respirazione eccessiva. L’uso delle ADSC espanse abbinate al grasso non è invece stato associato a infezioni o manifestazioni allergiche.

Come sottoporsi a un trattamento con staminali per la sindrome del naso vuoto

Per ulteriori informazioni sui trattamenti a base di cellule staminali, non esitare a visitare la pagina web dedicata ai trattamenti di Medicina Rigenerativa offerti da Bioscience Institute, oppure contattaci all’indirizzo info@bioinst.com o al Numero Verde 800 690 914. I nostri biologi risponderanno alle tue domande senza alcun impegno da parte tua.

Fonti

  • Gordiienko IM et al. Empty nose syndrome pathogenesis and cell-based biotechnology products as a new option for treatment. World J Stem Cells. 2021 Sep 26;13(9):1293-1306. doi: 10.4252/wjsc.v13.i9.1293
  • Kim DY et al. Efficacy and Safety of Autologous Stromal Vascular Fraction in the Treatment of Empty Nose Syndrome. Clin Exp Otorhinolaryngol. 2018 Dec;11(4):281-287. doi: 10.21053/ceo.2017.01634
  • MedlinePlus. Turbinate surgery. https://medlineplus.gov/ency/article/007563.htm. Last viewed 03/02/2022.
  • Xu X et al. The expansion of autologous adipose-derived stem cells in vitro for the functional reconstruction of nasal mucosal tissue. Cell Biosci. 2015 Sep 17;5:54. doi: 10.1186/s13578-015-0045-7
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