L’iniezione nelle ghiandole salivari di cellule staminali espanse ottenute a partire da tessuto adiposo è un approccio sicuro al trattamento della xerostomia, un problema comunemente noto come “secchezza delle fauci”. In uno studio pubblicato sulla rivista Stem Cells Translational Medicine un gruppo di ricercatori danesi ha dimostrato che, quando vengono iniettate nelle ghiandole salivari di pazienti sottoposti con tumore della testa e del collo danneggiate dalla radioterapia, queste cellule staminali non scatenano effetti avversi gravi. Non solo, il flusso salivare aumenta, mentre i sintomi della xerostomia diminuiscono.
Cos’è la xerostomia e come viene trattata
La xerostomia è una condizione caratterizzata da sensazioni di secchezza e bruciore del cavo orale, difficoltà di deglutizione e riduzione o alterazione del gusto. La sensazione di avere la bocca secca dipende dalla riduzione della produzione di saliva e alla sua base ci possono essere diverse cause; fra le più frequenti spiccano l’assunzione di alcuni farmaci, patologie (come la sindrome di Sjögren) e la radioterapia nella zona della testa e del collo. In effetti, la riduzione della funzionalità delle ghiandole salivari e la secchezza delle fauci che ne consegue sono la complicazione a lungo termine più frequente della radioterapia contro i tumori della testa e del collo. L’entità della disfunzione delle ghiandole salivari dipende dalle dimensioni dell’area irradiata e dalla dose di radiazioni applicata. Anche le effettive possibilità di recupero funzionale dipendono dalla dose di radiazioni; purtroppo, spesso non è possibile recuperare il flusso salivare originale.
La xerostomia indotta dai farmaci può essere controllata sostituendo il medicinale o interrompendone l’assunzione. Per altre cause, non c’è altro da fare che cercare di alleviare i sintomi associati alla bocca secca; ai pazienti viene suggerito di seguire accorgimenti pratici come sorseggiare spesso acqua e aumentare l’assunzione di liquidi, masticare chewing-gum o succhiare caramelle, evitare sostanze dall’effetto disidratante (caffeina, tabacco, alcol) e i cibi secchi o duri e curare attentamente l’igiene orale. A volte può essere utile utilizzare la cosiddetta “saliva artificiale”, oppure farmaci che promuovono la secrezione della saliva (come la pilocarpina), che però devono essere assunti più volte al giorno e risultano efficaci solo se la funzionalità delle ghiandole salivari è almeno in parte conservata. Per di più, questi farmaci sono associati a effetti indesiderati, come aumento della sudorazione, nausea e rinite. In alcuni casi, anche altri farmaci e rimedi (come la fisostigmina, l’acido malico, l’amifostina e l’elettrostimolazione) possono offrire qualche sollievo.
Sfortunatamente, però, i sintomi della xerostomia indotta da cause croniche e irreversibili, come quella associata alla radioterapia, tendono a persistere. In questi casi, i trattamenti con cellule staminali rappresentano una soluzione innovativa e valida.
L’iniezione di cellule staminali: le prove della sicurezza
Gli autori dello studio pubblicato su Stem Cells Translational Medicine hanno testato la sicurezza dell’iniezione di cellule staminali, ottenute dal tessuto adiposo di donatori sani, nelle ghiandole sottomandibolari e parotidi di 10 uomini e donne con xerostomia indotta dalla radioterapia per il trattamento di un tumore della testa e del collo. Allo stesso tempo, hanno anche valutato la possibile efficacia dell’iniezione.
Le cellule staminali sono state espanse (moltiplicate) in laboratorio per ottenere le quantità necessarie per il trattamento. Dopo l’amplificazione sono state crioconservate fino al momento in cui sono state iniettate nelle ghiandole sottomandibolari (25 milioni di cellule in ciascuna) e parotidi (50 milioni di cellule in ciascuna). I pazienti sono stati poi visitati 1 giorno, 5 giorni, 1 mese e 4 mesi dopo l’iniezione, valutando:
- gli effetti avversi gravi associati al trattamento;
- i cambiamenti nel flusso salivare;
- la composizione della saliva;
- la qualità della vita (utilizzando anche un questionario per valutare la xerostomia);
- la funzionalità delle ghiandole salivari (misurata mediante scintigrafia).
Il flusso salivare e la composizione della saliva sono stati confrontati con quelli di partecipanti sani (gruppo di controllo).
Non è stato rilevato nessun effetto collaterale grave. I pazienti si sono lamentati del dolore associato all’iniezione, che, in ogni caso, è calato rapidamente. Sono invece stati osservati un aumento del 50% del flusso salivare a riposo e un aumento del 20% del flusso salivare stimolato dalla masticazione. Inoltre, i pazienti hanno riportato una riduzione della xerostomia compatibile con l’aumento del flusso salivare a riposo. Secondo i ricercatori, questi risultati «potrebbero aprire una nuova frontiera nei trattamenti per minimizzare la morbilità associata alle radiazioni dopo il trattamento dei [tumori della testa e del collo].»
Come trattare la xerostomia con le cellule staminali
«Le cellule staminali da tessuto adiposo sono facili da ottenere e possono essere espanse in laboratorio con un’efficienza elevata», commenta Giuseppe Mucci, CEO di Bioscience Institute. «Quelle utilizzate in questo studio erano cellule allogeniche, cioè ottenute da un donatore. Tuttavia, è possibile isolarle dal grasso ottenuto mediante liposuzione dei “punti critici” (come l’addome o la coscia) dallo stesso paziente che sarà trattato per la xerostomia. Questo significa che possono sia essere ottenute facilmente in caso di necessità, sia essere crioconservate per averne una scorta “pronta all’uso”.»
Chiunque può decidere, in qualunque momento della sua vita, di crioconservare le sue cellule staminali da tessuto adiposo (Adipose-Derived Stem Cells, ADSC) per eventuali usi futuri, incluso il trattamento della xerostomia. Per ulteriori informazioni sulla conservazione delle staminali da tessuto adiposo o su XEROSKILL (il trattamento per la xerostomia basato sull’uso delle cellule staminali offerto da Bioscience Institute) non esitare a contattarci al Numero Verde 800 690 914 o all’indirizzo info@bioinst.com. I nostri biologi risponderanno alle tue domande senza alcun impegno da parte tua.
Bibliografia
- Lynggaard CD et al. Intraglandular Off-the-Shelf Allogeneic Mesenchymal Stem Cell Treatment in Patients with Radiation-Induced Xerostomia: A Safety Study (MESRIX-II). Stem Cells Transl Med. 2022 May; 11(5): 478–489. doi: 10.1093/stcltm/szac011
- Talha B and Swarnkar SA. Xerostomia. [Updated 2022 May 21]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK545287/